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Il tappeto persiano

La storia, i materiali, le tecniche di tessitura, i disegni, le zone di provenienza: tutto quello che è necessario sapere per conoscerlo, amarlo, acquistarlo e conservarlo.

Introduzione

Il gusto e la creazione artistica di ogni popolo traggono origine e ispirazione dalle sue tradizioni, dagli eventi che ne hanno caratterizzato l’evoluzione storica e dal suo ambiente naturale; ma, soprattutto, il gusto e il talento si manifestano in uno o più campi specifici, tanto che la concorrenza di altre società nei confronti di quel popolo o di quella nazione nell’ambito delle stesse arti diviene, per svariati motivi, ardua e, come spesso accade, anche vana.

I molti danni subiti dall’immagine del tappeto persiano a causa delle falsificazioni di alcuni mercanti avidi e ignoranti, e la comparsa di nuove forme competitive nell’artigianato e nel commercio internazionale di questo prodotto, non ne hanno compromesso la fama ed esso ha mantenuto il suo posto d’onore in virtù dell’eccellente tessitura, del disegno, del colore avvincente e della sua resistenza.

Rinomato in tutto il mondo, il tappeto persiano conti­nua a risplendere al vertice della gerarchia ideale dei tappeti più belli e più pregiati.

Nei villaggi e nelle diverse tribù la tessitura dei tappeti di varie misure è compito quasi esclusivo di donne e fanciulle, mentre nei laboratori di città se ne occupano sia uomini che donne. Sono numerosi infatti i ragazzi e le ragazze che trascorrono la loro giovinezza davanti ai telai intrecciando, con dita piccole e abili, migliaia di nodi nel cuore degli orditi del tappeto. Alcuni di essi, durante il lavoro comune nel laboratorio, stringono tra loro legami di stima e affetto creando un vincolo duraturo cui solo la morte può porre fine. A volte, le difficili condizioni di lavoro in laboratori inadeguati e antigienici, sono causa di gravi malattie, quali la paralisi degli arti, la cecità, i reumatismi, le difficoltà respiratorie.

L’eco del travaglio continuo e delle privazioni cui sono sottoposti i tessitori, gli affanni derivanti da una ricerca incessante volta a raggiungere una sempre migliore quali­tà nella produzione, la natura inanimata e il valore materiale del tappeto ci invitano a meditare e non pos­sono non suscitare una profonda riflessione sui perché di un legame così intimo fra il tappeto e il suo creatore.

Gli anni recenti hanno portato una grande crisi del commercio in questo settore, e hanno creato contempo­raneamente preziose opportunità per i paesi concorrenti, i quali, in assenza del tappeto persiano, hanno visto aprirsi la strada alla diffusione dei loro prodotti. Di recente il Pakistan, l’india, la Cina e i paesi dell’Eu­ropa orientale hanno cominciato a imitare gli schemi decorativi e i disegni persiani, conquistando una grande fonte di guadagno tramite la commercializzazione dei loro prodotti, costituendo così un pericolo per il futuro del mercato del tappeto persiano. Resta comunque una certezza: non si potranno mai trovare la bellezza, la delicatezza, l’equilibrio tra linea e colore e la resistenza del tappeto persiano in quelli prodotti in altri paesi. Ed è, questa, una verità universalmente riconosciuta.

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