TAPPETI BABAEI
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Le tecniche di tessitura
I preliminari della lavorazione del tappeto sono pressoché uguali in tutti i centri di tessitura: gli orditi si devono avvolgere, in proporzione alla preziosità e alla larghezza del tappeto, parallelamente attorno alle travi superiori e inferiori del telaio o del banco di tessitura.
Secondo il tipo di tappeto desiderato, il materiale dell’ordito può essere sottile o spesso, e può essere scelto fra le fibre di seta, di lana e di cotone. In quasi tutte le zone è in uso l’ordito di colore bianco, mentre la maggioranza dei manufatti delle tribù Qashqà’i, Beluci, ecc., sono realizzati con orditi colorati.
In alcune regioni (Tabriz, Sanandaj), all’inizio della tessitura, proprio all’estremità del tappeto, si eseguono spesso uno o due centimetri (quattro al massimo) di vero e proprio tessuto, detto cimosa (kilim-bàf). In altre regioni, invece, la cimosa è assente, come in alcuni Qom o Kermàn.
Poi inizia la lavorazione della parte principale del tappeto, in questo modo: seguendo il disegno, i tessitori staccano con un apposito coltellino dei pezzettini di lana, di seta o di lanugine (kork), secondo le esigenze, dalle matasse colorate e contraddistinte da un numero, che pendono a fianco o sopra al telaio del tappeto, quindi iniziano ad annodare. Quando una fila di nodi è terminata, fanno scorrere una o più volte, fra un ordito e l’altro, uno o due fili di trama. E appunto quando si vuole indicare il doppio passaggio della trama nell’ordito che comunemente si parla "sbagliando" di doppio nodo. Secondo la qualità del tappeto, il materiale di questa trama può essere di seta, di lana, di cotone bianco o colorato. Il passaggio delle trame attraverso gli orditi è realizzabile semplicemente con l'aiuto di un’asta posta trasversalmente attraverso di essi, che li separa uno dall’altro.
Le trame consentono l’estensione in lunghezza del tappeto, fanno sì che le varie parti lavorate diventino un pezzo unico, e garantiscono altresì il collegamento dei nodi all’interno del tappeto.
Dopo il passaggio delle trame tra gli orditi, per mezzo di un pettine speciale detto scapecchiatoio, i nodi eseguiti al di sopra di ogni trama vengono battuti verso il basso, in modo che confluiscano completamente e compattamente verso la parte del tappeto lavorata fino a quel momento.
La maggior parte dei tappeti persiani ha due fili di trama, e generalmente uno dei due è più spesso dell’altro. I tappeti delle tribù invece, hanno in prevalenza una sola trama. Dopo la tessitura di un certo numero di file, il maestro del laboratorio taglia la parte di vello in eccesso con forbici particolari e con grandissima precisione.
Quindi, ultimata la lavorazione della parte principale del tappeto, si esegue di nuovo qualche centimetro di cimosa, come già fatto nella parte inferiore, e poi si recidono gli orditi pochi centimetri al di sopra della striscia di cimosa, dopo aver staccato il tappeto dal telaio; in seguito il tappeto viene steso per terra o su un cilindro liscio, e in quella posizione ne viene rifinito il livello del pelo fino a pareggiarlo.
Attualmente, in alcuni centri di tessitura di Kermàn e di Teheran, l’operazione del livellamento del vello è compiuta da particolari macchine elettriche. L’altezza del vello, insieme a altre caratteristiche particolari come il numero delle trame, l’ampiezza della cimosa, la lunghezza delle frange, ecc. è un altro degli elementi utili a distinguere la zona di provenienza del tappeto: la sua misura varia infatti in base alle abitudini, alle tradizioni e alla regione della tessitura. Si deve sapere che l’altezza del vello diminuisce col tempo e che, in un tappeto che viene calpestato, lo schema generale e il disegno acquistano sempre maggiore consistenza e splendore.
Generalmente i tappeti col vello alto sono prodotti dai tessitori delle tribù e dei villaggi e, in particolar modo, da coloro che vivono in zone fredde. (Si deve fare eccezione, in questo caso, per alcuni centri di tessitura, fra cui Kermàn, che eseguono tappeti a pelo lungo per tradizione e per soddisfare la domanda dei mercati interni o esteri).
Questi tappeti sono anche maggiormente graditi ai clienti delle zone fredde e nelle regioni a clima più rigido dell’Europa e degli Stati Uniti d’America. Al contrario, i tappeti a pelo raso provengono per lo più dai laboratori di città e generalmente evidenziano una tessitura più fine; sono richiesti dai mercati dei paesi occidentali, dei paesi arabi e di alcune nazioni europee come Italia e Francia.
Secondo l’altezza del vello, i tappeti si possono suddividere in tre gruppi:
I gruppo Vello corto: comprende i tappeti con vello alto da 2 a 4 millimetri
II gruppo Vello medio: comprende i tappeti il cui vello misuri da 4 a 10 millimetri
III gruppo Vello alto: comprende i tappeti con vello alto da 10 a 20 millimetri
Le parti iniziali e finali degli orditi che fuoriescono dalle estremità del tappeto costituiscono le frange e la loro lunghezza varia molto secondo le diverse tradizioni tessili e le zone di provenienza dei tappeti. Le frange possono essere suddivise in mazzetti uguali e collegati l’un l’altro alla base, oppure possono rimanere sciolte.
- Strumenti di lavoro per la tessitura